A Villanova Monteleone, un viaggio nelle erbe sarde fra tradizione, aroma e salute

Sabato 26 aprile con la prima “Giornata del cibo” ha preso il via “Chenamos in carrela 2025”, mettendo in luce le eccellenze naturali, archeologiche, gastronomiche e paesaggistiche del territorio

Lataredda, fustinaja, àpara, cagarantzu e limbuda sembrano parole lontane, antiche e quasi e dimenticate. Sono alcuni nomi sardi delle erbe selvatiche della Sardegna, che possiamo trovare nelle campagne semplicemente passeggiando a due passi da casa.

Possiedono straordinarie proprietà aromatiche e medicinali che nei giorni scorsi sono state riscoperte a Villanova Monteleone all’interno dell’evento inaugurale di “Chenamos in carrela 2025” dedicato alle “Erbe spontanee a tavola”. Un laboratorio esperienziale a cura del giornalista gastronomico Giovanni Fancello, che in compagnia di Alessandra Addari e Tommaso Sussarello ha illustrato a un folto pubblico le caratteristiche delle piante erbacee.  Al loro fianco lo chef Fabio Zago che, con la sua maestria, ha riproposto a tavola il gusto degli aromi selvatici in una chiave del tutto personale.

Nel contesto ambientale del Nuraghe Appiu i numerosi visitatori hanno potuto raccogliere e osservare fenuju, tzicòria, àppiu, pabantzolu, paparacasu, prammutza, ardu, amurata, aligalza e tante altre erbe aromatiche i cui nomi possono variare di paese in paese.

«Dalla radice ai fiori è quasi tutto commestibile – ha spiegato Fancello –. La Sardegna è un paradiso che offre tutto, basterebbe semplicemente avere le conoscenze dei nostri nonni. Pensiamo solo al rovo, che ti dà le more, o alle diverse tipologie di cardo, una meraviglia che oggi praticamente non mangiamo perché non la conosciamo più. L’uomo ha cercato di selezionare solo le piante che potevano dare reddito subito – ha proseguito il noto gastronomo originario di Thiesi –. Invece la pianta allo stato spontaneo conserva le proprietà intatte, che si perdono in fase di coltivazione. Una zuppa fatta con queste erbe è un antibiotico perfetto».

Nel corso della mattinata, le esperte guide della Coop ITINERA hanno condotto i presenti al Nuraghe Appiu, alla vicina tomba dei giganti e al boschetto che la circonda. «Queste manifestazioni vanno a presentare Villanova facendone conoscere non solo il centro abitato ma anche il territorio – ha affermato il sindaco Quirico Meloni – un territorio importante di oltre ventimila ettari che vanno sull’alta collina e si affacciano sul mare. Confido che queste iniziative possano consolidarsi ed essere riproposte anche in futuro».

Il momento clou è stato quello delle degustazioni. Utilizzando alcune delle erbe raccolte in mattinata, lo chef Fabio Zago ha creato una salsa verde dal gusto impareggiabile per accompagnare la grigliata di carne villanovese. Rucola, finocchietto e rosmarino, un po’ di àpara (erba cipollina), sale, pepe, un tocco di peperoncino, olio extravergine del territorio e un goccio di succo di limone per dare la giusta acidità. Il tutto frullato per produrre una salsa semplice, delicata e profumata, che assieme al finocchietto e ai fiori di rosmarino e di margherite è stato il condimento ideale per insaporire quello che è stato ribattezzato il “panino nuragico”, preparato con le gustose carni arrostite e servite dagli uomini e dalle donne della Pro Loco villanovese.

Il prossimo appuntamento con le “Giornate del cibo” di “Chenamos in Carrela” sarà il 3 maggio nell’Area ISOLA di Villanova, e sarà dedicato a “I formaggi della tradizione”. La manifestazione è organizzata dalla Proloco in collaborazione con il Comune di Villanova Monteleone, il Ministero della Cultura, Funded by the European Unione, e rientra nel network “Salude&Trigu” della Camera di Commercio di Sassari.

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2025-04-29
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