L’esperienza dell’energia eolica in Olanda.

Pubblichiamo l'opinione di una sarda-olandese sul fenomeno delle energie rinnovabili in un paese che da anni le applica.

Mi chiamo Tullia Madau è sono nata in Olanda da padre sardo. Mi sono laureata all’Università di Amsterdam in lingua e letteratura italiana. La mia tesi sull’Immagine della famiglia nella narrativa sarda del Novecento vi può fare capire che la Sardegna ce l’ho nel cuore da sempre. 31 anni fa mi sono trasferita a Oristano.
La Sardegna è l’isola più bella del mondo, purtroppo molti sardi non la apprezzano abbastanza e con questo mio intervento sull’energia eolica nei Paesi Bassi e gli effetti sull’ambiente vorrei sensibilizzare la popolazione e non soltanto quella sarda.
È doveroso fare una premessa, il territorio dell’Olanda ha una superficie di 41.850 km2 rispetto alle 24.090 km2 della Sardegna, inoltre il numero degli abitanti ammonta a più di 17 milioni. Questo, oltre le tante industrie, spiega il fabbisogno dell’Olanda di energia elettrica ma comunque il numero di pale eoliche offshore previste per il 2030 non supereranno le 1700 unità.

Il primo grande parco eolico offshore nel Mare del Nord chiamato NoordzeeWind è stato installato nel 2006. L’esperienza fatta in Olanda ormai a quasi 20 anni di distanza consente di valutare concretamente gli effetti e l’impatto dei parchi eolici sull’ambiente e sull’uomo.

Monitoraggio e ricerca
La valutazione di questi effetti richiede conoscenza, cioè ricerca. Se inizialmente questa ricerca era organizzata separatamente, per ogni proprietario di parco eolico, dal 2016 è gestita a livello centrale e generale dal Rijkswaterstaat, per conto del Ministero dell’Economia e del Clima olandese. A tal fine è stato istituito un programma speciale: Wozep, il Programma ecologico per l’energia eolica offshore. La ricerca Wozep fornisce importanti indicazioni sugli effetti dei parchi eolici offshore su uccelli, pipistrelli e mammiferi marini.

Il Wozep si concentra principalmente sulle specie protette che sono direttamente interessate dalle turbine eoliche. Tra questi, le collisioni di uccelli e pipistrelli con le turbine, la barriera per gli uccelli costituita dai parchi eolici che quando devono migrare evitano spesso e volentieri i parchi eolici e cambiano la loro rotta ma in queto modo perdono aree di riposo e foraggiamento.
Inoltre ha riscontrato che il rumore subacqueo e le vibrazioni derivanti dalla costruzione dei pali eolici hanno un effetto dirompente su mammiferi marini, pesci, crostacei e altre specie che utilizzano i suoni per orientarsi, cercare cibo e per comunicare. Il rumore subacqueo del vento in mare può danneggiare l’udito di foche, focene e delfini e ucciderli.
Il rumore subacqueo può danneggiare le focene/delfini direttamente o indirettamente. Un possibile effetto diretto è che i delfini, in prossimità di un sito di trivellazione, possono subire lesioni fisiche che potrebbero essere fatali. Alcuni studi hanno dimostrato che questi animali si allontanano fino ad almeno 30 km dal sito di trivellazione. La riduzione dell’assunzione di cibo e lo stresso dovuto al continuo rumore in mare possono portare a malattie.
Inoltre c’è anche il possibile effetto negativo dei campi elettromagnetici intorno ai cavi perché la presenza di linee elettriche provoca interferenza elettromagnetiche. Ciò può influire negativamente su squali e razze che trovano le loro prede attraverso i sensi elettrici.

In secondo luogo, viene analizzato il cambiamento dei parchi eolici come habitat per i mammiferi marini e gli uccelli. I cambiamenti di questo habitat (quantità di cibo disponibile, luoghi di riposo, opportunità di insediamento per gli animali bentonici) possono anche avere un effetto sulla presenza e sulle condizioni dei gruppi delle specie sopra citate.
Infine e non meno importante, dal 2018, Wozep sta anche esaminando, con l’aiuto di modelli studiati anche dal WUR (Wageningen University Research), i possibili effetti dei parchi eolici sui processi fisici (onde, correnti, torbidità, ecc.) nel Mare del Nord. Questi processi fisici sono alla base dell’ecosistema del Mare del Nord e hanno un impatto sulla rete alimentare e, in ultima analisi, sulle specie vulnerabili.

Flessibilità e innovazione
L’esperienza insegna che la costruzione dei parchi eolici offshore implica necessariamente uno studio e l’adozione di misure innovative atte a prevenire le conseguenze verso gli animali e il loro impatto su tutto l’ambiente marino.
E’ importante anche la possibilità di fermare le turbine durante le migrazioni degli uccelli e la definizione di regole applicabili a livello internazionale sulla quantità di rumore che può essere emessa. È inoltre importante effettuare una prima ricerca sugli effetti delle turbine eoliche, anche in combinazione con altre attività umane nel Mare del Nord, come la navigazione, la pesca e l’estrazione di petrolio e gas. Sulla base delle nuove conoscenze, è necessario creare opportunità per apportare adeguamenti tempestivi.

Conclusioni
L’energia eolica offshore svolge un ruolo importante nella trasformazione del sistema energetico dei Paesi Bassi. Il Mare del Nord è un luogo favorevole per le turbine eoliche grazie alla sua profondità relativamente bassa (che rende più facile la costruzione delle turbine eoliche), ai venti mediamente elevati e alla vicinanza a porti e consumatori (industriali) di energia.
Nell’attuazione dei piani per l’energia eolica offshore, il governo tiene conto il più possibile di altri interessi in mare e sulla costa. Nel Mare del Nord è già in uso molto spazio. Per esempio, ci sono la navigazione, la pesca, l’estrazione di petrolio e gas, e ci sono aree di addestramento della Difesa e riserve naturali. In alcuni punti, inoltre, il mare non è adatto alle turbine eoliche perché troppo profondo. Importantissimo anche tenere a mente che una maggiore distanza delle turbine eoliche dalla costa significa cavi più lunghi e costosi e maggiori costi di manutenzione.

Riportando questi dati alla Sardegna non dobbiamo dimenticare che il parco eolico offshore non sta soltanto a 20 o 30 km dalla costa ma i cavi per trasportare l’energia elettrica devono arrivare a terra e quindi nel punto più vicino. Questo implica un grosso impatto ambientale sulla costa implementata soprattutto per il turismo. La Sardegna non è l’Olanda! Nessuno va in Olanda per farsi un bagno nel mare del Nord o per farsi una crociera davanti alla costa. Quindi, la scelta della destinazione delle turbine eoliche è molto difficile. In Olanda si tiene conto dell’accessibilità economica, della resa energetica e degli effetti sulla natura, sull’estrazione di petrolio e gas, sulla pesca, sulla navigazione e sul turismo, tra gli altri.


Turbine eoliche a Terra (onshore)
Le turbine eoliche provocano, tra l’altro, rumori a bassa frequenza, ombreggiature e luci intermittenti. Tutto ciò può comportare problemi di salute, che però non vengono ancora presi abbastanza sul serio. In base al principio di precauzione, invece, il governo può e deve intervenire.
Infatti nei Paesi Bassi, per quanto riguarda ambiente e salute si applica il principio di precauzione. Ciò significa che il governo può adottare misure di protezione contro gli effetti ambientali potenzialmente dannosi, anche se tali effetti non sono ancora stati definitivamente dimostrati. Il principio riguarda quindi il modo di agire di fronte all’incertezza scientifica. Ad esempio, alle province e ai comuni è stato consigliato di evitare, per quanto possibile, che i bambini rimanessero per periodi prolungati nella zona del campo magnetico di una linea elettrica ad alta tensione nel caso di sviluppi territoriali, a causa di indicazioni che aumentavano il rischio di leucemia infantile – per inciso, ora ci sono prove sufficienti di questa relazione.
Il principio di precauzione deve essere applicato anche alla costruzione di turbine eoliche nelle aree residenziali, perché anche in questo caso ci sono ampie prove di danni alla salute dei residenti locali.

Suono a bassa frequenza
Le onde sonore sono percepibili dall’orecchio umano come suono a frequenze comprese tra 16 e 16.000 Hz. Al di sotto di questa frequenza si trovano i suoni a bassa frequenza (LFG) o infrasuoni inudibili. Tuttavia, in studi sperimentali, è stato riscontrato che l’esposizione a suoni a bassa frequenza provoca una forte risposta elettrica della coclea.

Modello esplicativo
Negli ultimi anni, gli effetti delle turbine eoliche sono stati pubblicati principalmente da esperti di acustica, come il Prof. Colin Hansen nel suo libro Wind Farm Noise: Measurement, Assessment, and Control, che include centinaia di riferimenti bibliografici a ricerche scientifiche.

Lamentele in tutto il mondo
Una percentuale consistente di persone che vivono in prossimità di turbine eoliche in tutto il mondo riferisce di disturbi identici: problemi cronici del sonno, mal di testa, acufeni, sensazione di pressione sulle orecchie, vertigini, problemi di vista, problemi respiratori, tachicardia, irritabilità, problemi di concentrazione e di memoria e sentimenti di ansia associati alla sensazione di pulsazioni o vibrazioni interne sia durante il sonno che durante la veglia. Le possibili cause considerate sono il rumore – in parte udibile – delle turbine, le vibrazioni che possono essere percepite, l’ombra proiettata sulle abitazioni, le luci (lampeggianti) delle turbine e l’impatto visivo.
Anche gli aspetti sociali e societari giocano un ruolo importante. Il valore di una proprietà può diminuire, mentre gli operatori ci guadagnano.

Disturbi del sonno
Gli esseri umani reagiscono al rumore ambientale anche durante il sonno. Anche livelli di rumore inferiori a 33 dB possono innescare risposte autonomiche, motorie e corticali come tachicardia, movimenti del corpo e risveglio. Anziani, bambini piccoli e residenti con disturbi del sonno preesistenti sono maggiormente a rischio di disturbi del sonno indotti dal rumore. Per i bambini, la privazione cronica del sonno inibisce lo sviluppo del cervello.
In uno studio olandese/svedese, Janssen et al. hanno confrontato il fastidio percepito per il rumore delle turbine eoliche con il fastidio percepito per il rumore del traffico stradale, aereo e ferroviario. Il fastidio provocato dalle turbine eoliche era già stato segnalato a livelli inferiori.
Poiché i nuovi e più grandi tipi di turbine eoliche producono più rumore a bassa frequenza, il fastidio aumenterà. Questo è stato evidente a Houten, un paese di 49.395 abitanti situata nella provincia di Utrecht, dove da quando sono state installate alcune turbine alte, i residenti locali si sono lamentati per il rumore fastidioso. Tuttavia, ci sono voluti tre anni perché i ricercatori dell’Università di Utrecht dimostrassero che il rumore fastidioso era legato alle turbine. I gestori devono ora regolare il rivestimento delle pale.

Paesi guida pentiti
In Danimarca (paese dove è stato costruito il primo parco Offshore nel 1991 – dimesso nel 2016) è in corso uno studio sui “bigdata” della relazione tra direzione e forza del vento e una serie di problemi sanitari. Tra questi, i ricoveri ospedalieri per sindrome coronarica acuta, le nascite premature e le prescrizioni di farmaci per la pressione sanguigna, antidepressivi e farmaci per il sonno. In attesa dei risultati, molti comuni danesi hanno interrotto la costruzione di turbine onshore.
In Baviera – un paese all’avanguardia nel settore dell’energia eolica il governo federale ha deciso nel 2016 che la distanza minima tra le turbine e le abitazioni deve essere pari a 10 volte l’altezza della punta: la regola delle 10 H. Questa misura è stata confermata anche in altri Paesi. Questa misura è stata confermata anche in appello. Ciò significa un blocco de facto delle costruzioni nel 90% dello Stato. A quanto pare, gli Stati guida si stanno pentendo. Altri governi dovrebbero allarmarsi.

Quindi sicuramente bisogna prendere come esempio le esperienze dei pionieri della produzione di energia eolica. Prima di procedere alla costruzione di questi impianti bisogna valutare tutti i pro e i contro e capire se sono veramente necessari. In Olanda si cerca di risparmiare energia attraverso l’adattamento delle case con doppi vetri, muri isolanti e anche pannelli fotovoltaici sui tetti. Certo che rispetto ai campi di pannelli fotovoltaici è meglio preferire una pala eolica. Infatti ci vogliono 25.000 pannelli per produrre l’energia di una pala da 3MW.
Ci sono anche altre forme di energia pulita e pertanto bisogno studiare tutte le opzioni e valutare le migliori per garantire alla popolazione un ambiente sicuro per la salute. 

Comunicato visibile anche direttamente alla sua fonte nella pagina facebook di Alessandro Fiori ( di Radio Centrale Oristano).

Autore

2024-08-25