Elezioni europee a giugno, elezioni amministrative in 3509 Comuni delle regioni ordinarie, oltre a quelli delle regioni a statuto speciale, elezioni regionali in Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna e Umbria. Un esercito di candidati è pronto a sfidarsi fino all’ultimo voto. Ma chi “gestisce” la cosa più preziosa in una democrazia: il voto?
Ci sono persone che sacrificano i loro weekend proprio per consentire a tutti i cittadini di esprimere le loro preferenze su una scheda. Si ritrovano il sabato pomeriggio, contano e preparano le schede, le firmano e le timbrano, ottemperano a tutte le disposizioni di legge sotto la guida del presidente di seggio, consentono ai residenti nelle vie adiacenti alla sezione elettorale di votare, dopo averli riconosciuti, e dopo una domenica più o meno intensa in base all’affluenza, eseguono lo spoglio e riportano i dati in tabulati che affluiscono ai centri di raccolta che diramano i risultati elettorali.
Un lavoro necessario, utile, irrinunciabile portato avanti da un pugno di uomini e donne che in cambio ricevono la gratificazione di aver contribuito a un passaggio importante che periodicamente si ripete per rinnovare la classe politica e un compenso che varia in base alla votazione: euro 104 (53 per i seggi speciali) in caso di referendum, euro 96 in caso di elezioni per il Parlamento europeo, euro 120 per altre elezioni.
Chi svolge questa funzione può rinunciare per gravi motivi e più spesso per età. Un ricambio generazionale ai seggi sarebbe auspicabile ma spesso i giovani, dai 18 anni in su, non sanno nemmeno come partecipare a questo importante compito. E soprattutto non sanno cosa devono fare. Ma i Comuni raramente organizzano dei corsi per spiegare questo importante compito.
Quest’anno A.R.K.A. Eventi Culturali organizza un corso per “scrutatori e rappresentanti di lista”, due categorie componenti il seggio elettorale.
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