La condizione degli hikikomori è caratterizzata da un rifiuto della vita sociale, scolastica o lavorativa per un periodo di tempo prolungato, di almeno 6 mesi, ma può arrivare anche a diversi anni.
Il termine “Hikikomori” significa letteralmente “stare in disparte”, senza avere alcun rapporto diretto con il mondo esterno, a volte nemmeno con i componenti della famiglia, spesso con relazioni rese al minimo fino ad avere unici contatti soltanto attraverso l’uso di Internet.
Il fenomeno hikikomori, identificato in Giappone dalla fine degli anni ’90, con particolare attenzione ai giovani ed adolescenti, è stato evidenziato tanto da coniarne il termine dallo psichiatra giapponese Tamaki Saito (1998). Sebbene questo tema si sia reso noto per la prima volta in Giappone, la pressione e il disagio che spingono alcuni giovani all’isolamento sociale ha assunto proporzioni drammatiche anche in Italia.
Secondo recenti dati, questo fenomeno è comunemente evidenziato nelle persone dai 14 anni fino ai 30 anni, con un numero di casi al mondo di oltre un milione; di questi, centomila sono i giovani Hikomori in Italia.
Questi ultimi possono manifestare il loro disagio in vari modi: stare in casa tutto il giorno, oppure uscire solo quando sono sicuri di non incontrare conoscenti, o addirittura vagare senza meta facendo credere di essere andati a scuola.
Le conseguenze dell’hikikomori possono avere un grave impatto sulla vita degli adolescenti che sperimentano l’esclusione sociale attraverso l’autoisolamento.
La riluttanza ad uscire di casa può essere dovuta a diverse cause, tra cui: disturbi del sonno, depressione clinica, fobia sociale o altri tipi di disturbi d’ansia. Anche la dipendenza dai social network è stata ampiamente associata alla sindrome, poiché i giovani hikikomori finiscono per utilizzarli come unico mezzo di comunicazione.
Il Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare giapponese ha pubblicato le linee guida sulla sindrome di hikikomori. Il documento delinea principalmente l’individuazione e i potenziali trattamenti sottolineando i relativi criteri diagnostici.
Le osservazioni eseguite sulle famiglie in cui compare l’adolescente oggetto di disagio, hanno rilevato che si tratta di un fenomeno multifattoriale, che nasce da una combinazione di fattori individuali, familiari e sociali.
Secondo Hikikomori Italia, ci sono alcune cause importanti per lo sviluppo di questo fenomeno: bullismo, sopraffazione, alte aspettative da parte degli adulti. La scuola è il primo luogo che può aiutarci ad identificare gli iniziali campanelli di allarme, in quanto è lì che il giovane può essere maggiormente esposto al bullismo e alla pressione sociale.
In generale, la percezione che un hikikomori ha, è quella di non riuscire a rispondere a tutte le richieste della famiglia e del mondo esterno. Stare nella relazione con l’altro diventa troppo difficile, fino a sottrarsi allo stress della lotta e della competizione, chiudendosi in sé stesso e nella solitudine.