Sit-In a Cagliari in ricordo di Satman Singh

Il 22 giugno, circa cinquemila persone hanno manifestato a Latina per chiedere giustizia per Satman Singh, denunciando condizioni di lavoro misere e irregolari. La legge Bossi-Fini del 2002 complica l'ottenimento dei permessi di soggiorno, favorendo l'irregolarità e lo sfruttamento. La vicenda di Satman Singh ricorda quella di Jerry Masslo, il cui omicidio nel 1989 portò alla prima legge sull'immigrazione in Italia. Resta da vedere se la morte di Singh susciterà la stessa indignazione e incentiverà cambiamenti significativi.La tragedia è stata così sconvolgente che persino la presidente Giorgia Meloni ha dovuto esprimere cordoglio, definendo "atti disumani che non appartengono al popolo italiano" la morte di Satnam Singh, bracciante indiano deceduto il 19 giugno all'ospedale San Camillo di Roma, dove è stato portato non dal suo datore di lavoro, ma dai suoi vicini di casa. Singh, senza permesso di soggiorno, lavorava in nero nell'azienda agricola Lovato. Singh è morto per emorragia; l'autopsia ha rivelato che avrebbe potuto essere salvato se i soccorsi fossero stati chiamati prima, ma è trascorsa un'ora e mezza tra l'incidente e la chiamata al 118.

L'azienda Lovato, indagata da cinque anni per caporalato, sfruttava manodopera straniera senza regolare contratto. Dopo la morte di Singh, alla moglie è stato concesso un permesso di soggiorno. Meloni ha condannato l'episodio come un'eccezione, non rappresentativa del popolo italiano. Tuttavia, il rapporto della Cgil sull'agromafia e il caporalato evidenzia che un quarto dei braccianti in Italia, circa 230.000 persone, subiscono sfruttamento.

Il ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida, dal canto suo, ha definito il caso “isolato” e ha attribuito la colpa a "un criminale" ma sostiene che non si debba criminalizzare gli imprenditori. Tuttavia, in Italia sono molte le inchieste per caporalato, e il fatto più grave è che cionostante, i reati di sfruttamento e di lavoro nero restano impuniti.

La vicenda, ormai nota, si può riassumere così: il 17 giugno una macchina avvolgiplastica ha reciso di netto il braccio destro e rotto le gambe dell’indiano di etnia Punjubi Satman Singh.
Antonello Lovato
, il suo datore di lavoro, o meglio sarebbe dire, il suo padrone (dato il rapporto semiaschiavistico in cui versano tutti i braccianti agricoli clandestini), per timore di vedersi chiudere l’azienda agricola, invece di portare Satman Singh in ospedale, lo ha trasportato, come un oggetto di cui disfarsi, nella baracca in cui egli viveva con la moglie (una ragazza di 24 anni che poi è stata persino sfrattata dopo la vicenda) sottraendo loro i telefonini. Lo ha così abbandonato al suo destino dopo l’incidente sul lavoro nel campo in cui era costretto a lavorare per la mera sopravvivenza,  per via dello sfruttamento criminale della sua condizione di immigrato irregolare.
Lo ha lasciato agonizzante, (insieme al braccio mozzato riposto in una cassetta per la frutta, quasi come a volersi disfare di una prova dell’incidente), davanti alla sua abitazione in provincia di Latina.  In questo modo ne ha effettivamente causato la morte, sia per omicidio colposo (date le condizioni di insicurezza vigenti nel posto di lavoro), sia per omissione di soccorso, e queste sono, al momento, le fattispecie di reato a suo carico, oltre alle precedenti incriminazioni per caporalato.

Ma veniamo alla manifestazione avvenuta a Cagliari per iniziativa del Coordinamento Diaspore in Sardegna  (CODISARD).  Il 25 giugno, si è svolto in Piazza Garibaldi a Cagliari un sit-in contro il caporalato e le morti, secondo l’esempio dato da Latina la città in cui risiedeva Satman Singh.

Elizabeth Rijo, la rappresentante della comunità della Repubblica Domicana in Sardegna, nonché, presidente di CODISARD, ha spiegato che la manifestazione è stata organizzata non solo in quanto Satnam era un immigrato, ma per denunciare la brutalità dell'accaduto e la situazione inaccettabile di emarginazione in cui le persone soggette al caporalato sono costrette a sottostare. Ha affermato:
Siamo qui per dire basta ai lavori discriminatori e ai lavori in condizioni disumane, siamo qui per tutte le persone, perché oggi non sono solo gli immigrati a lavorare in condizioni pietose. Siamo qui per fare un appello alle istituzioni, per fare in modo che le leggi vengano applicate e rispettate”

La rappresentante della comunità indiana in Sardegna, e proprietaria del ristorante Namasté, Jasvir Kaur Bhela, presidente dell'Associazione Singh Sabha, ha espresso vicinanza alla famiglia di Singh. Ha ribadito che il sostegno della comunità indiana di Cagliari alla famiglia di Satman Singh, va ben oltre la comune cittadinanza, ma si allarga al rispetto delle persone in quanto siamo tutti esseri umani.

Tra questo intervento e il successivo, interviene di nuovo Elizabeth Rijo per sostenere che: “Non vorremmo essere nelle piazze a fare questo [...] speriamo che un giorno questo non sia più necessario [...] Non dobbiamo fare manifestazioni spot, del momento, [...]  bisogna far sì che le leggi siano implementate, rispettate, applicate [....]”e sostiene che non basti che ci siano controlli saltuari che si riducono a infliggere il pagamento di una multa, che magari va bene per rimpinguare le casse dello Stato, ma non risarcisce le famiglie delle vittime.

Vilma Aloya, rappresentante della comunità filippina della Sardegna, ha condiviso il suo dolore per la tragedia avvenuta nelle campagne di Latina.  “Lui come noi è emigrato qui in Italia, per poter lavorare, garantire un futuro migliore alla sua famiglia [...] mentre lavora per una misera paga in condizione di semischiavitù[...]

Mamadou Mbengue, senegalese residente a Cagliari, ha ricordato di aver attraversato quelle stesse campagne 30 anni fa, e ha detto che non avrebbe mai immaginato di dover commentare tragedie simili ancora oggi. Ha denunciato che il giorno prima del sit-in, quindi il 24 giugno, un giovane senegalese ha perso la vita in un incidente sul lavoro a Bolzano. “Questo è un problema che tocca tutti [...]  quel che fa male è la mancanza di sensibilità che c’è dietro; stiamo andato proprio negli abissi”.

Carmina Conte, giornalista e presidente dell’Associazione Coordinamento 3– Donne di Sardegna, ha ricordato che nel 2022 in Italia sono morti 1208 lavoratori, sottolineando l'urgenza di affrontare seriamente il problema delle morti sul lavoro, e ha dichiarato: “In Italia muoiono tre persone al giorno a causa del lavoro. La morte orribile di Satnam è stato uno scossone perché siamo andati davvero oltre. Non c’è ingiustizia più grande e più profonda”.  Ha inoltre denunciato che i controlli delle condizioni minime di sicurezza nel lavoro sono insufficienti, in quanto manca il personale che dovrebbe essere destinato alla loro esecuzione. Di seguito, alcune brevi citazioni del suo discorso: “Le leggi ci sono, ma non vengono applicate”  “Non solo le condizioni di lavoro non sono sicure [...] ma lo sprofondo più sprofondo è dato dalle condizioni dei lavorati immigrati nelle campagne. Il caso di Satman non è l’unico, ce ne sono tantissimi [...] Dietro c’è sempre la mafia, c’è la camorra, c’è l’ingaggio del caporalato”  e ancora: “Il padrone, di questo schiavo dei tempi nostri che era Satman, è indagato da cinque anni per caporalato”  e ancora denuncia: “Ma come si fa a campare a tre € l’ora in Italia?  Si campa stando nelle baracche in condizioni spaventose. Questi sono i nostri nuovi schiavi? Ma è accettabile che un paese cosidetto civilizzato, [...]  possa vivere sulla pelle di decine di migliaia di esseri umani?” Concludendo il suo intervento, Carmina Contericorda che sabato 22 al Lazzeretto “per iniziativa del CODISARD  [...] è stata fatta un’iniziativa bellissima con l’analisi della prima fase di attuazione del progetto TUAS , “Tutta un’altra storia”, contro le discriminazioni e l’odio [...]”.


A seguire potete vedere una piccola galleria fotografica ed i video integrali di tutti questi interventi.

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https://youtu.be/luJGtFzjMGs

https://youtu.be/2HQeygHyi3g

https://youtu.be/TLBS-tEjPiw

https://youtu.be/O6WsfjO7JgY

https://youtu.be/ckHX06WKeH8

https://youtu.be/Unty67wydIE

https://youtu.be/w_lErmZsb1Q